PROGETTO
“10 anni dopo…Il lavoro con gli uomini autori di violenza: sviluppi di competenze nei percorsi di cambiamento, nelle azioni di rete e nel confronto con altre realtà del territorio locale e nazionale”
realizzato con il contributo di
VIDEO FINALI
Il progetto realizzato si conclude con la pubblicazione sulla piattaforma web del Cerchio degli Uomini di una serie di video, che trattano alcuni aspetti rilevanti e innovativi nell’ambito della prevenzione e del contrasto alla violenza maschile a donne e minori.
Gli abstract che seguono introducono brevemente le tematiche che verranno trattate in ciascun video (n.d.r: la pagina è ancora in construzione, a breve compariranno anche i video degli interventi).
Tipologie di violenza maschile
DAVIDE BERTOLINO
Operatore del Centro per il disagio relazionale maschile e la prevenzione della violenza a donne e minori
Associazione Cerchio degli Uomini
Descrizione:
Il video prende in esame un’ampia varietà di schemi di interazione che possono instaurarsi all’interno delle relazioni, e illustra la tipologia di comportamenti violenti più o meno evidenti che si possono nascondere in esse.
Presentazione di percorsi, sviluppi e risultati del progetto “10 anni dopo… Il lavoro con gli uomini autori di violenza.”
ROBERTO POGGI
Vicepresidente Cerchio degli Uomini
Vicepresidente associazione RELIVE
Descrizione:
A distanza di 10 anni dall’apertura del Centro per autori di violenza nei confronti di donne e minori ci siamo proposti, tramite il progetto presentato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Pari Opportunità ed in partenariato con la Città Metropolitana ed i Centri Antiviolenza Emma, di intraprendere una serie di azioni di implementazione delle attività di contrasto alla violenza in particolare nei programmi di trattamento degli autori.
L’obiettivo è stato sviluppare il lavoro di collaborazione di rete, il confronto arricchente con le altre realtà che perseguono percorsi di cambiamento per gli autori e il potenziamento delle capacità formative. Abbiamo quindi lavorato su tre punti cardine: sviluppo dei percorsi, azioni di rete, confronto con altre realtà.
Spunti per la distinzione nelle relazioni tra la dimensione del conflitto e quella della violenza
FRANCO TOZZI
Operatore del Centro per il disagio relazionale maschile e la prevenzione della violenza a donne e minori
Associazione Cerchio degli Uomini
Descrizione:
Per le importanti conseguenze a cui un mancato riconoscimento può portare, saper distinguere e fare chiarezza fra la dimensione del conflitto e quella della violenza è ormai una necessità imprescindibile per coloro che entrano in contatto a vario titolo con questo fenomeno.
Gran parte della confusione deriva dai diversi atteggiamenti adottati, spesso frutto di pregiudizi, che rischiano di minimizzare la violenza riducendola a conflittualità di coppia.
Per riconoscere la violenza che non passa attraverso la forza fisica ma utilizza il potere, è importante saper cogliere le strategie, assenti nella dimensione del conflitto, che un autore mette in campo al fine di controllare la partner.
Il lavoro con gli autori di violenza: situazione e standard europei e nazionali
ALESSANDRA PAUNCZ
Presidente CAM
Direttrice esecutiva WWP EN
Descrizione:
Il video contestualizza la nascita dei programmi per autori di violenza domestica, facendo una breve panoramica della loro nascita in Europa. Si traccia poi un quadro della situazione nazionale e degli Standard Europei e Nazionali per il lavoro con i maltrattanti. Vengono indicate le definizioni di violenza, le competenze necessarie degli operatori, i risultati da ottenere con gli uomini che si rivolgono ai centri, i modelli di lavoro e l’inserimento dei programmi all’interno della rete. Si aggiungono dei rapidi cenni al panorama normativo.
Evoluzione della dimensione maschile
ARTURO SICA
Presidente Associazione White Dove
Vicepresidente associazione RELIVE
Descrizione:
L’intervento racconta il percorso di accompagnamento all’evoluzione del maschile negli ultimi 30 anni. Partendo da una situazione di saldo ancoraggio degli uomini, in termini di valori di riferimento, a stereotipi maschilisti e arcaici, è iniziata gradualmente una presa di coscienza – legata anche alla dimensione di una paternità partecipe e paritaria – di un nuovo ruolo e una nuova collocazione nello schema familiare e sociale, all’insegna del rispetto e della condivisione.
I progetti sull’identità di genere, insieme ai programmi per gli autori di violenza, hanno dato un forte impulso a questo processo, restituendo ad ognuno la propria responsabilità.
Riconoscere la dimensione culturale della violenza nel lavoro con gli autori: implicazioni
STEFANO CICCONE
Università di Roma «Tor Vergata»
Associazione «Maschile Plurale»
Descrizione:
L’esperienza e l’elaborazione prodotta da Maschile Plurale in questi anni porta a mettere al centro la dimensione culturale della violenza. Erroneamente in passato la dimensione culturale e psicologica sono state poste in alternativa.
Il nostro punto di vista è non ridurre la violenza a patologia individuale e riconoscere che le condizioni culturali incidono sulla nostra struttura psichica. Riferirsi alla dimensione culturale della violenza, anche lavorando con gli autori, ci aiuta ad evitare sia di interpretare la violenza come disordine, sia di considerare i percorsi del suo superamento come ripristino di una capacità virile di autocontrollo perduta.
Proprio perché gli autori esercitano violenza con l’obiettivo di restaurare la propria idea (tossica) di mascolinità, è necessario non essere complici di questa dinamica.
Le problematiche del disturbo d’uso di sostanze nella persona autore di violenza domestica
LEOPOLDO GROSSO
Psicologo e psicoterapeuta
Presidente onorario associazione Gruppo Abele
Descrizione:
L’abuso di alcol o di altre sostanze psicoattive, che facilitano l’espressione di violenza fisica nel rapporto tra partner, è stato spesso, anche nel recente passato, oggetto di fraintendimenti e mistificazioni.
La rappresentazione sociale tradizionale dell’abuso di alcol individua nella sostanza la causa ed in qualche modo anche la giustificazione del comportamento violento. Si deve al movimento femminile la sottolineatura di quali siano le motivazioni effettive dei reati di violenza domestica, che individuano nell’alcol un ruolo di facilitatore dell’espressione di aggressività, ma non la causa distale, e nemmeno il pretesto prossimale.
Il disturbo da uso di sostanze va trattato contemporaneamente alla cura degli agiti violenti, con modalità integrate pur condotte da equipe specialistiche diverse. Ne consegue che il corretto passaggio di informazioni è essenziale per la congruenza ed efficacia degli interventi, a vantaggio sia della persona in cura che delle potenziali vittime.