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Desirèe, uccisa due volte


Si può uccidere due volte la stessa persona? Sì, si può!
È quello che è successo a Desirèe Mariottini, una sedicenne stuprata e uccisa circa un anno fa a Roma, a cui non sono stati prestati soccorsi ed è stata lasciata morire in una tremenda agonia.
L’avvocata Maria Antonietta Cestra, difenditrice di Salia Yusif, uno dei quattro stupratori, ha infatti presentato nei giorni scorsi, durante l’incidente probatorio, una denuncia contro i genitori della ragazza per abbandono di minore.
Una notizia incredibile, uno squallido e misero espediente per cercare qualche sconto di pena, che rivittimizza gravemente la ragazza già morta e crea nuova sofferenza ai familiari.
Le parole che usa Yusif, ripetute in un’intervista dalla sua avvocata, mettono i brividi: «Se la ragazza quel giorno fosse stata in casa con i famigliari, io Salia Yusif non sarei in carcere».
Ritenendo deontologicamente scorretto il comportamento dell’avvocata, anche rispetto all’intervista rilasciata al TG3, molte associazioni hanno inviato una lettera, il cui testo è stato predisposto dall’avvocata Michela Quagliano del Foro di Torino, al Consiglio Nazionale Forense e all’Ordine degli Avvocati di Latina (albo nel quale è iscritta l’avvocata Cestra).
Le associazioni confidano che le Istituzioni, a cui si sono rivolte, tengano conto del ruolo anche sociale del difensore e dell’interesse verso la comunità che non deve mai venir meno, ed assumano pertanto provvedimenti che siano da monito agli avvocati anche nei loro rapporti con i media.

Questo il testo della lettera:

Egregio Presidente,
Stimati Consiglieri e Consigliere del Consiglio Nazionale Forense e
Egregio Presidente,
Stimati Consiglieri e Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Latina
ci permettiamo di segnalare il comportamento dell’Avvocata Maria Antonietta Cestra, iscritta all’Ordine degli Avvocati di Latina, e difenditrice dell’imputato Yusef Salia accusato insieme ad altri coimputati della violenza sessuale e dell’omicidio della minore Desiré Mariottini; abbiamo appreso dai media – quotidiani e televisione – che la professionista ha sporto denuncia contro i genitori per abbandono di persona incapace.
Ci rivolgiamo a Codeste Istituzioni che rappresentano l’Avvocatura e ne garantiscono la dignità ed il decoro affinché valutino se il comportamento professionale dell’Avvocata sia rispettoso delle norme deontologiche – anche quelle relative ai rapporti con la stampa – e se non configuri un abuso del diritto e del processo.
Nella convinzione che la professione forense svolga una funzione sociale e risponda ad un alto interesse della comunità, che i doveri di lealtà, verità ed onore cui ogni avvocato si impegna siano strumentali ai fini della giustizia, non possiamo esimerci dall’osservare, nel ruolo anche culturale che ci è proprio, come la denuncia presentata dall’Avvocata – che l’ha rivendicata come battaglia di verità – rappresenti una rivittimizzazione della parte offesa, colpendola attraverso l’uso di stereotipi di genere e trasformandola da parte offesa ad accusata.
Nel caso di specie la strumentalizzazione del processo appare vieppiù evidente laddove modificherebbe la responsabilità, né alleggerirebbe la posizione processuale degli imputati; al contrario, la denigrazione della vittima del reato – con offese che, lo si ribadisce, sono relative al genere – contribuisce a rafforzare la cultura discriminatoria e certamente non favorisce l’emersione della violenza verso le donne.
Ci rivolgiamo a Codeste Istituzioni affinché in questa prospettiva stigmatizzino tale comportamento ed applichino, laddove ritenuto equo, le sanzioni reputate opportune, allo scopo di salvaguardare i principi e i valori costituzionali propri dell’Avvocatura.

Firmato:
COORDINAMENTO NAZIONALE SENONORAQUANDO?
ASSOCIAZIONE D.I.RE DONNE IN RETE CONTRO LA VIOLENZA
DIFFERENZA DONNA ONG
UDI – UNIONE DONNE IN ITALIA
DONNEXDIRITTI NETWORK
CASA DELLE DONNE DI TORINO
I SENTINELLI DI MILANO
COORDINAMENTO DEI CENTRI ANTIVIOLENZA DELL’EMILIA-ROMAGNA.
DONNEINQUOTA
TOPONOMASTICA FEMMINILE
ANARKIKKA
ASSOCIAZIONE DIRITTI D’AUTORE
UDI – NAPOLI
AGEDO MARCHE
SNOQ? SAN DONÀ DEL PIAVE
INTERSEXIONI
ARCIDONNA ONLUS
POLIS APERTA
GAYNEWS E GAYNET
WOMEN’S MARCH ROME
MANDEN DIRITTI CIVILI E LEGALITA’
ASSOCIAZIONE FEMMINILE MASCHILE PLURALE – RAVENNA
ASSOCIAZIONE ROSE ROSSE DI CASTEL MAGGIORE – BOLOGNA
ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO CODICE ROSSO – SCICLI
ASSOCIAZIONE FALLING BOOK
PERLEDONNE – ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO – IMOLA
ASSOCIAZIONE VOCE DONNA – CASTROCARO TERME
DEMETRA DONNE IN AIUTO CENTRO ANTIVIOLENZA – LUGO
ASSOCIAZIONE EMILY- PALERMO
TIME FOR EQUALITY
LIBEREDONNE
FALENABLU
ONE BILLION RISING- LIVORNO
UN’ALTRA IDEA DI MONDO
STONEWALL
DONNEINRETE
DONNE PER LA DIFESA DELLA SOCIETA’ CIVILE
CENTRO STUDI E DOCUMENTAZIONE PENSIERO FEMMINILE APS
SPAZIO DONNE DELLA CASCINA ROCCAFRANCA -TORINO
CENTRO D’ASCOLTO DEL DISAGIO MASCHILE E PREVENZIONE DELLA VIOLENZA ALLE DONNE DELL’ASS. CERCHIO DEGLI UOMINI.

Segnaliamo il link dell’intervista all’avvocata Cestra:

Desirée aveva 16 anni e non ha aveva mai avuto rapporti sessuali con nessun uomo, è stata stuprata e uccisa, sono stati impediti i soccorsi ed è stata lasciata morire in una tremenda agonia. Oggi l'avvocata di Salia Yusif, uno dei quattro stupratori, ha presentato una denuncia per abbandono di minore nei confronti dei genitori già devastati dalla perdita. Una notizia che si commenta da sola e che rivittimizza gravemente la ragazza già morta e crea nuova sofferenza ai familiari. Ma soprattutto: perché dare via libera a questa avvocata senza nessun tipo di interlocuzione e commento da parte del giornalista che ha fatto il servizio? Nessuna domanda pertinente alla rivittimizzazione, nessuna precisazione, il nulla come se tutto fosse normale. Dove sta la professionalità e il rispetto del Manifesto di Venezia? Luisa Betti Dakli Silvia Resta Paola Spadari Maria Lepri Ordine Giornalisti del Lazio Commissione pari opportunità – Cpo Fnsi

Pubblicato da DonnexDiritti su Venerdì 11 ottobre 2019

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