Il libro per bambini Stammi vicino, papà, scritto e illustrato dall’artista Soosh ed edito da DeAgostini (€ 14,90), ci presenta la relazione speciale e magica fra una bambina e suo padre ed è interessante sotto diversi aspetti.
I disegni innanzi tutto, realizzati con la tecnica dell’acquerello, possiedono un tratto delicato, sognante, che conferisce alla storia una dimensione poetica e universale.
La vicenda poi, dichiaratamente nata nella mente dell’illustratrice in un periodo di difficoltà personale, narra il rapporto di amore e protezione reciproci tra una bambina vispa e vivace e un padre di dimensioni enormi, quasi un gigante buono, che con la sua folta barba e il corpo rotondo è un rifugio morbido per la piccola, oltre che una fonte di affetto, divertimento e calore inesauribili.
È molto bello scorrere le pagine del libro e scoprire come questa coppia possa rendere speciali e indimenticabili tanti momenti di vita quotidiana, apparentemente banali, come cucinare, cucire, fare la nanna, giocare, salutarsi prima di un viaggio. Commuove e ispira come questa figura di riferimento maschile possa essere non tanto un sostituto o una compagnia per la piccola mentre la mamma non è presente, ma un soggetto accudente a tutto tondo, impegnato con tenerezza in ogni momento della vita domestica.
Molto bella è anche la dimensione della condivisione degli stati d’animo e delle emozioni, a partire dalla tristezza, ma anche quella dell’accettazione delle paure infantili della bambina, come quella ad esempio dei mostri sotto il letto.
Ci portiamo a casa, dopo la lettura di Stammi vicino, papà, un generale senso di attenzione e meraviglia verso il presente con i nostri figli e le nostre figlie, quelle placide ore del giorno che nella realtà sono a volte compresse da ansie, pensieri, preoccupazioni legate al mondo degli adulti e alle sue complessità. Sono momenti magici e irripetibili, ci suggerisce con tratto commosso e ispirato l’illustratrice, e vale la pena viverli in pienezza.
Ma soprattutto, Soosh ci fa un regalo facendoci adottare il punto di vista dei nostri piccoli e delle nostre piccole, e inondandoci con tutto il potenziale fantasioso e immaginifico con cui ci vedono e concepiscono ogni istante dell’esistenza… e in questo caso, di tornare bambini, c’è n’è un grande bisogno.